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La campagna elettorale 3.0: la sai fare?

La campagna elettorale  3.0: la sai fare?

Campagna elettorale iniziata da qualche giorno ed è la festa dell’improvvisazione sui social.

Da qualche anno anche in Italia la campagna elettorale ha molto di virtuale e di social ma questo non significa che tutti siano capaci di essere degli ottimi comunicatori politici sotto il piano social.

Osservare la campagna elettorale dei candidati a sindaco e dei candidati a consigliere comunale nelle metropoli, nelle città e nei paesi italiani è un ottimo esercizio, errori su errori, strafalcioni ed asinerie degne della satira più feroce ma sopratutto capaci di far perdere voti.

Qualche candidato ha qualcosa da dire di interessante ma lo comunica o lo fa comunicare nel peggior modo possibile tanto da far pensare che si tratti di satira.

Donne, giovani, giovanissime, esposte nei manifesti elettorali, nei “santini”, nelle pagine FB i abbigliamento da discoteca, sguardi amicanti ed occhi quasi attoniti, uomini giovani e meno giovani in abiti sportivi, estivi e spesso disordinati.

Non parliamo poi degli slogan: probabilmente un ragazzino delle primarie sarebbe in grado di creare un prodotto migliore.

Una campagna triste dove l’improvvisazione si percepisce ovunque.

Sui social è quasi impossibile non ricevere inviti a pagine puramente elettorali nate ad hoc che ovviamente il 6 di giugno cesseranno di esistere, inviti mandati qua e là per il Bel Paese senza nessun senso.

Quando si fa campagna elettorale online come nel reale la prima cosa da fare è trovare il target ed allora se il target è ” Napoli, centro sinistra, sinistra”  non è il caso di invitare cittadini registrati nei social a Bologna così come se ci si candida a Cagliari è fuori luogo invitare a mettere un mi piace o ad un evento un cittadino che abita a Salerno.

Risorse perse, istanti sprecanti: unico risultato? Essere un pò ridicoli e leggeri agli occhi dei cittadini che ricevono l’invito ad un evento. Invitare a pagine ed eventi tutta la rubrica e tutti i contatti social è un non sense: genera confusione, non permette la targetizzazione ed è inutile.

E’ nei casi come questi che quel che serve è un vero comunicatore politico, un esperto del settore capace di fare un merge tra le campagne da mettere in campo.

Per una riuscita elettorale di successo serve:

  • impegno costante,
  • comunicazione efficacie
  • comunicazione stampa
  • social media strutturati ed utilizzati in modo coerente

Ovviamente i  punti possono continuare all’infinito ma solo chi è capace di essere “animale politico” oltre che comunicatore può riuscire a gestire una campagna elettorale 3.0 in modo perfetto.

Avere un profilo di formazione che comprende anche percorsi ed attività politica aiuta ma far gestire, nel 2016, la campagna elettorale e la sua comunicazione a personale di partito, personale di gruppi e ancor di  più volontari sono da escludere.

Talvolta anche riferirsi esclusivamente a chi fa campagne social può essere sbagliato: bisogna trovare chi possa offrire un servizio professionale competente che sia un merge di tante variabili.

Oggi che la politica vive un momento di crisi non si può pensare di affrontare elezioni in modo casuale, ogni frase, ogni parola, ogni espressione ed immagine va pensata e strutturata, va creato sentiment, va generato coinvolgimento virtuale e reale.

Vanno fatte azioni tese a arrivare a portare nelle urne un risultato, il risultato auspicato ed allora siamo proprio certi che quella foto con la bretellina nera del reggiseno che si nota sotto la camicetta bianca sia giusta ? E quella foto con la camicia dal colletto storto è perfetta? Quello slogan dubbio va bene?

Se ti serve un consiglio, una consulenza o semplicemente un consulto contattami

ELE

 

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